Racconti ufo nella storia
I primi ufologi ecco cosa dicono
Avvistamenti di fenomeni particolari nei cieli sono stati sempre registrati sin dalla notte dei tempi, cronache di oggetti volanti sconosciuti sono state spesso documentate nella storia da moltissime civiltà ad ogni latitudine e longitudine del pianeta per migliaia di anni.
Ufologi ante litteram li troviamo ad esempio durante l’ impero romano, come non citare Tito Livio, Giulio Ossequiente e Plutarco .
Leggiamo:
a.C. 218 Tito Livio, La storia di Roma, Libro XXI, Ch. 62
“..et navium speciem de caelo adfulsisse..”
Traduzione;
“.. Una flotta fantasma fu vista brillare nel cielo…”
Lo stesso evento è riportato da Lycosthenes a pag 114 del De Prodigiis (la nave è rappresentata nell’immagine in alto a sinistra);
a.C. 217 Tito Livio, La storia di Roma, Libro XXII, Ch. 1
“… et Arpis parmas in caelo visas pugnantemque cum luna solem […] et Faleriis caelum findi velut magno hiatu visum, quaque patuerit ingens lumen effulsisse..”
Traduzione:
“… furono visti scudi nei cieli, fu visto il sole combattere con la luna… il cielo sembrò aprirsi, e dall’apertura venne sprigionata una forte luce..”
Lycosthene riporta lo stesso evento, e lo rappresenta così (immagine in alto a destra);
a.C. 214 Tito Livio, La storia di Roma, Libro XXIV, Ch. 10
“Hadriae aram in caelo speciesque hominum circum eam cum candida veste visas esse.”
Traduzione:
“Ad Adria fu visto nel cielo un altare con degli uomini vestiti di bianco attorno ad esso.”
Anche Lycosthenes riporta l’evento, a pag. 119 de De Prodigiis (l’immagine è quella in alto a sinistra);
a.C. 173 Tito Livio, La
storia di Roma, Libro XLII, Ch. 2
“.. Lanuvi classis magnae species in caelo visae dicebantur..”
Traduzione;
“.. Si dice che a Lanuvio fu vista una grande flotta nel
cielo..”
a.C. 174 Tito Livio, La storia di Roma, Libro XLI, Ch. 21
“.. et faces eadem nocte plures per caelum lapsae sunt..”
Traduzione:
“.. e quella stessa notte furono viste fiaccole agitarsi nel cielo.. “
Plinio il Vecchio, nel “Naturalis Historia”, libro 2, Ch. 33, riporta il seguente evento, risalente al 113 a.C.;
“Lumen de caelo noctu visum est, C. Caecilio, Cn. Papirio consulibus, et saepe alias, ut diei species noctu luceret.”
Traduzione:
“Sotto il consolato di Caecilio e Papirio, fu più volte vista una luce di notte, che espandeva se stessa nel cielo, tanto forte da rendere la notte, giorno.”
Giulio Ossequente nel suo “Prodigiorum Liber”..
45. C. Mario L. Valerio coss. – 100 a.C. :
“Fax ardens Tarquiniis late visa subito lapsu cadens. Sub occasu solis orbis clipei similis ab occidente ad orientem visus perferri.”
Traduzione;
“A Tarquinia si vide una fiaccola ardente improvvisamente scendere. Al calare del Sole si vide un oggetto circolare simile a uno scudo dirigersi da ovest a est.”
Sempre nel Prodigiorum
Liber di Giulio Ossequente, troviamo descritto questo avvenimento, nel 91 a.C.,
a Spoleto;
“In Spoletino colore aureo globus ignis ad terram devolutus, maiorque
factus e terra ad orientem ferri visus magnitudine solem obtexit.”
Traduzione;
“A Spoleto scese a terra un globo di fuoco dorato e, fattosi più grande,
sembrò muoversi verso oriente alzandosi da terra, e coprendo per la sua
grandezza il sole.”
Nelle “Lucullus” di Plutarco
«But presently, as they were on the point of joining battle, with no apparent
change of weather, but all on a sudden, the sky burst asunder, and a huge,
flame-like body was seen to fall between the two armies. In shape, it was most
like a wine-jar, and in colour, like molten silver. Both sides were astonished
at the sight, and separated. [7] This marvel, as they say, occurred in Phrygia,
at a place called Otryae.»
Traduzione;
“Nel preciso istante prima di entrare in battaglia, senza alcuna
particolare preavviso, tutto d’un tratto il cielo si aprì e un grande
corpo luminoso cadde in mezzo agli eserciti, dalla forma di una specie di
botte, ma dal colore dell’argento fuso, l’evento fu così sconvolgente che
entrambi gli eserciti, allarmati, si ritirarono. Questo prodigio meraviglioso
successe in Frigia, vicino Otryae.”
Da notare che Plutarco non afferma che l’oggetto si sia “schiantato”
a terra, ma piuttosto che l’oggetto si sia “fermato” a terra.
Inoltre, non sono presenti riferimenti ad alcun tipo di esplosione o rumore.
Successivamente Giulio
Ossequente nel suo Prodigiorum Liber sostiene che;
CXXIX. C. Pansa A. Hirtio coss.
“Armorum telorumque species a terra visa cum fragore ad caelum ferri.”
Traduzione:
“Furono viste nel cielo delle specie di armi e linee, che fecero anche
molto rumore dalla terra al cielo.”
Come immagine Giulio Ossequente riporta;